Pievi, imponenti chiese parrocchiali, ville liberty: è la Franciacorta dei tesori nascosti, monumenti di grande rilevanza storica e, al contempo, notevole bellezza artistica, sparpagliati sull’ameno territorio che unisce Bergamo e Brescia.
Tra il XIII e il XV secolo, le antiche pievi altomedievali e romaniche divennero sempre più inadeguate a soddisfare le esigenze liturgiche di una popolazione in crescita. Il progressivo allargarsi dei centri abitati fu favorito da un fervore edilizio che portò al restauro e all’ampliamento delle chiese battesimali o alla costruzione di nuovi edifici che ne facessero le veci: un fenomeno che lascia ampia traccia anche in Franciacorta, dove, nell’arco di tre secoli, viene ricostruita la pieve di Erbusco in forme più funzionali, che potessero accogliere un ricco decoro dipinto.
Alla fine di questa fase, e in particolare in età controriformistica, le funzioni della pieve vennero gradualmente assunte dalle parrocchie, ubicate non più sui territori limitrofi, ma al centro degli abitati.
La nuova chiesa parrocchiale riformata manteneva di fatto l’assetto assiale, rimarcando maggiormente l’importanza dell’altar maggiore, dove avveniva la celebrazione eucaristica, mentre le pareti laterali della navata si arricchivano di cappelle laterali, con altari forniti di grandi tele e paramenti liturgici adeguati.
Inizia in Franciacorta una stagione di architetture monumentali, contenitori di capolavori dei maggiori maestri dell’età moderna: le Scuole del Sacramento e del Rosario commissionano le pale per i loro altari a Romanino, Callisto Piazza, Pietro Scalvini, mentre per i riallestimenti vengono coinvolti architetti di spicco, come Rodolfo Vantini, impegnato nel cantiere della parrocchiale di Cologne.
Una grande e raffinata stagione architettonica si apre con il Liberty, che coincide con la fase post-unitaria della storia della Penisola e con la conseguente volontà di dare alle città una nuova fisionomia, efficiente e ricca di servizi: per questo anche l’architettura di carattere privato non si esime dall’utilizzare i materiali proposti dalla Rivoluzione Industriale, come il vetro, il ferro e il cemento, impiegati per le nuove
architetture e per gli elementi decorativi, che si moltiplicano in interni ed esterni.
Le ville divengono il manifesto della nuova borghesia industriale: così avviene al Parco delle Tre Ville di Palazzolo sull’Oglio, dove le nuove architetture signorili, perfettamente inserite nel paesaggio circostante, riflettono i gusti della classe dirigente dell’epoca.
Allo stesso tempo, l’architettura vive un vero e proprio revival degli stili antichi, in particolare romanico, gotico e rinascimentale, nell’intento di trovare un proprio linguaggio architettonico nazionale.
La villa detta L’Oselanda, sorta a Paratico su un magnifico affaccio sul paesaggio sebino, nelle sue finestre ad ogiva e nella sua forma evocativa di un passato medievale, mostra quelle riprese tanto care a Tagliaferri, uno dei maggiori architetti del periodo.
Architettura nel paesaggio e arte nel paesaggio: a Gussago, il suggestivo Sentiero delle Croci conduce il visitatore in un percorso di profonda spiritualità, attraverso il dialogo tra il paesaggio e l’arte contemporanea.
Palazzo Bargnani Dandolo
Adro
Chiesa Prepositurale di S. Giorgio
Capriolo
Chiesa di S. Giovanni Battista
Castegnato
Pieve di S. Bartolomeo di Bornato
Cazzago S. Martino
Chiesa di S. Giorgio Martire
Cellatica
Museo d’Arte Orientale Collezione Mazzocchi
Coccaglio
Chiesa Parrocchiale SS. Gervasio e Protasio
Cologne
Chiesa di S. Eufemia
Corte Franca
Pieve di S. Maria Maggiore
Erbusco
Sentiero delle Croci
Gussago
Disciplina di S. Silvestro
Iseo
Santuario della Madonna della Rosa
Monticelli Brusati
Borgo del Maglio
Ome
Villa Presti
Ospitaletto
Chiesa Parrocchiale di S. Pancrazio
Paderno Franciacorta
Parco delle tre ville
Palazzolo s/O
Palazzina “Oselanda”
Paratico
Chiesa Parrocchiale di S. Zenone
Passirano
Santuario della Madonna del Corno
Provaglio d’Iseo
Centro culturale ex Chiesa di S. Salvatore
Rodengo Saiano
Piazza Cavour
Rovato
Via Cadorna e Lido comunale
Sulzano
Pinacoteca Tosio Martinengo
Brescia