Palazzolo sull'Oglio

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di Villa Damioli

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Ubicato all’esterno delle mura, appena al di fuori della porta Mediolanensis, nota anche come “porta di Mura”, il palazzo è oggi sede della fondazione Cicogna – Rampana.

Nato come edificio rurale, è frutto di una serie di rimaneggiamenti successivi, sviluppatisi in un lungo arco di tempo, che va dal tardo rinascimento fino al Novecento. L’estimo del 1641 indica come antichi proprietari gli Urgnani, che ne rimasero in possesso per almeno altri due secoli, fino a quando, nel 1834, l’edificio non cambiò proprietà, passando al nobile Gioacchino Vallucci: a lui si devono le prime trasformazioni dell’abitato da architettura rurale a vera e propria dimora signorile, con abbattimento dell’ala est e creazione di un nuovo ingresso sulla strada. A queste trasformazioni si deve l’aspetto che ancor oggi è possibile ammirare: un palazzo con corte e brolo, arricchito, al primo piano, da un portico, che doveva un tempo essere aperto sull’esterno, ma che venne trasformato in veranda grazie all’aggiunta di vetrate, una trasformazione molto diffusa nei rimaneggiamenti Otto-Novecenteschi delle dimore antiche. Ma la vera ricchezza della dimora sta nella sua storia e nella storia delle famiglie che ne furono proprietarie.

Un momento fondamentale si registra nel 1879, quando divenne proprietà di Antonio Rampana (Palazzolo, 1845 – 1891): pittore, scultore e decoratore, l’artista lavorò ad importanti commissioni bergamasche e visse una vita avventurosa, trasferendosi in India e fregiandosi di prestigiosi lavori a Bombay. Una volta tornato in patria, sposò Annunciata Cicogna, colta maestra di Chiari, figlia di un industriale: a lei intestò la villa di Palazzolo, prima di morire tragicamente, travolto dalle acque del fiume Oglio. Rimasta vedova, Annunciata Cicogna sposò in seconde nozze il pittore e decoratore Eduino Damioli, figlio di Chiara Rampana e nipote di Antonio. L’essere stata abitazione di artisti contribuì all’allestimento e alla decorazione della dimora, che, alla morte di Annunciata, nel 1921, fu ereditata da Eduino, che ne dispose per via testamentaria la destinazione a sede di una fondazione culturale che portasse il nome delle due famiglie.

Da questa volontà, nacque la Fondazione Cicogna-Rampana, che, dal 1989, si occupa di arti e studio delle memorie storiche locali.

Chiusa da un muro di cinta adorno di obelischi, la villa è circondata da un rigoglioso giardino, il parco Damioli, accessibile al pubblico e oggetto di un’opera di riqualificazione terminata nel 2001.