
Villa Catturich Ducco a Passirano è in realtà un complesso di diversi elementi di datazione differente, che raccontano una storia che, dal Quattrocento, si protrae sino al pieno Ottocento. Il complesso è attraversato al centro da via degli Eroi e non ha fronti decorate in affaccio sulla strada, ma un muro di cinta che abbraccia il bellissimo vigneto.
Il primo nucleo abitativo risale al XV secolo ed era costituito da un’abitazione dei Calzaveglia: un primo passaggio di proprietà, nel XVII secolo, ne fece la dimora dei Foresti, che detennero la villa fino al Settecento, quando passò alla famiglia Ducco. Nel 1923 con la morte dell’ultimo discendente, Luigi, la villa venne infine ereditata dai Catturich e la sua storia proseguì nel Novecento con un restauro, avvenuto tra il 1969 e il 1972.
La fronte principale si presenta continua e sobria, priva di decorazioni, ma animata dalle finestre disposte in maniera irregolare, a coppie di due, su due fasce sovrapposte, a suggerire la suddivisione dei piani, e sormontate dalle aperture minori del sottogronda. Su un lato della fronte si trova una piccola cappella, un edificio che potrebbe risalire al nucleo originario della villa, con tetto a spioventi e archetti polilobati nel sottogronda. Accanto alla cappella, si scorge uno dei lati minori della dimora, molto suggestivo per il profilo a spioventi e con finestrature, interrotto al vertice da una torretta con altana. Altre parti dell’edificio tardo medievale sono inglobate nelle strutture alle estremità del corpo centrale, dove si leggono volte a ombrello e a padiglione.
Particolarità notevole della villa è la sua decorazione pittorica, e, in particolare, quella a paesaggi: il soggetto paesaggistico è un tratto comune delle dimore franciacortine, per cui l’elemento naturalistico è importante tanto come elemento esterno, con cui l’architettura intreccia un costante dialogo, quanto come ornamento interno. Le vedute di scenari naturalistici, rappresentati sulle pareti, proseguono idealmente all’aperto e allargano la visione dello spazio chiuso, invitando l’occhio a proseguire la sua esplorazione al di fuori delle mura della villa. Splendide vedute paesaggistiche ottocentesche caratterizzano le sale al piano terreno, accomunando Villa Catturich Ducco alla vicina Villa Barboglio Barzanò, a Camignone, e a Palazzo Pradella, già Pecchio, ad Adro: a differenza di Villa Gnecchi a Cologne, qui le vedute si susseguono sulle pareti in maniera continua, senza interruzione di elementi architettonici, occupando tutto lo spazio disponibile, fino alla volta. Tra i magnifici alberi dalle fronde mosse dal vento, si scorgono rovine di templi classici: un elemento ancora fortemente legato al gusto neoclassico.

