Corte Franca

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di Palazzo Lana, ora Ragnoli

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Importante edificio storico di Colombaro, l’attuale aspetto di Palazzo Ragnoli è dovuto alla committenza di Guerriero II Lana, personalità di rilievo della famiglia signorile dei Lana Terzi.

Più che un palazzo, si configura come un vero e proprio complesso edilizio, composto da edifici differenti e con funzionalità diverse: tre architetture differenti si susseguono sul lato nord, costituendo il nucleo principale del palazzo che, riedificato o ampliato nel XVII secolo, è, con ogni probabilità, di origine più antica. Al piano terreno, infatti, la sala rivolta verso la corte mostra ancora traccia visibile di un porticato, appartenente ad un edificio antico, risalente al XV secolo, dotato di ampio portico formato da quattro campate voltate a crociera, con affaccio verso il giardino. A questa prima dimora appartengono i preziosi soffitti lignei dipinti e la decorazione floreale, di stampo rinascimentale.

Come le ville di matrice palladiana, la dimora seicentesca conserva, invece, una precisa suddivisione degli ambienti per funzionalità. La porzione principale del blocco è costituita, infatti, dall’edificio residenziale, che si distingue per una evidente eleganza compositiva del prospetto, caratterizzato da un portone centrale, affacciato sulla strada che porta a Clusane, sormontato da un balconcino in ferro battuto. La fronte è scevra di motivi ornamentali e scandita da finestre regolari, che segnano i due piani principali, in asse con le piccole aperture del piano ammezzato. A questo gruppo di blocchi architettonici, si unisce un secondo edificio più tardo, ascrivibile al secolo successivo, mai completato.

Sull’angolo, a fare da cesura tra le due ali dell’edificio, compare la cappella gentilizia, per l’uso privato della famiglia, con semplice facciata a fronte di tempio: la sua particolare dedicazione alla Madonna di Tirano, a cui è dedicato il più importante santuario mariano della Valtellina, è dovuta alla sua committente, Anna Quadrio, discendente della nobile famiglia originaria di quelle zone, convolata a nozze con il conte Guerriero II nel 1687.

Il matrimonio fu di grande importanza per entrambe le famiglie e, come era prassi, per celebrare l’unione dei due casati, il palazzo di Colombaro venne decorato con un nuovo ciclo di affreschi, interni ed esterni, volti ad esaltare le figure dei committenti. All’interno, si susseguono sale ornate da trabeazioni in pietra di Sarnico sormontate da fastigi barocchi e dalle pareti dipinte, dove soggetti di stampo celebrativo e militare si sommano a storie sacre. Gli ambienti sono contrassegnati dagli stemmi uniti dei Lana e dei Quadrio.

Anche le pareti della torre colombaia, architettura a pianta rettangolare con grande arcata aperta al piano terreno, posta in asse con l’ingresso principale del palazzo, mostrano stemmi della famiglia Lana e cavalieri in armi: una celebrazione delle imprese militari di Guerriero II, ufficiale dell’esercito asburgico, distintosi per essersi strenuamente battuto contro gli Ottomani e, per questo, creato conte nel 1682 dal pontefice Innocenzo IX.

Al centro della corte, si colloca il rigoglioso verziere, organizzato secondo i dettami della fiorente trattatistica dell’epoca: dominata da un maestoso cedro secolare, è composta da giardino, orto e, in una zona un tempo cinta da pergolato, un frutteto. Tutta la zona sud è occupata dal brolo, chiuso da un muro di cinta e posto sull’asse prospettico suggerito dall’arcone della torretta, concluso da una pregevole esedra, ulteriore celebrazione dei committenti: ai piedi di un’Annunciazione con i Santi Anna e Gioacchino, inginocchiati in atteggiamento di preghiera, si distinguono le figure di Guerriero II e di Anna Quadrio.