
La villa appare oggi nelle sue forme neoclassiche, date dall’intervento edilizio del 1810 e alla committenza di Carlo Antonio Passoni. Il nucleo principale della villa è costituito da un edificio tripartito: il corpo centrale presenta un ampio loggiato al piano inferiore, con sette arcate a sesto pieno impostate su candide colonne di ordine tuscanico, a cui corrispondono, al piano superiore, sette finestre. Il semplice profilo continuo è chiuso ai lati da due corpi bugnati: una soluzione simile a quella di Villa Pizzini già Lana a Corte Franca.
In perfetta continuità con il paesaggio circostante, il giardino si estende dal caseggiato fino alle pendici del Monte Orfano e intreccia un dialogo con la decorazione interna della villa.
Di notevole rilievo gli affreschi che decorano gli interni della villa, a opera di una delle firme di spicco del neoclassicismo nel territorio bresciano: Giuseppe Teosa (1760-1848), pittore clarense autore di numerosi cicli affrescati nei palazzi cittadini e della Provincia, incaricato di compiere le decorazioni del Teatro Grande di Brescia tra il 1809 e il 1810 e impegnato, nel 1813, nell’esecuzione degli affreschi della parrocchiale di Cologne. Gli affreschi di villa Passoni risalgono forse a quella data, oppure al 1824, quando Teosa venne nuovamente impiegato per i lavori della sagrestia. La grande sala al piano terreno è magnificamente decorata da un colonnato continuo, con finte colonne ioniche di marmi diversi che sostengono una trabeazione continua, dall’intradosso scolpito: in questa cornice architettonica, si aprono ameni paesaggi campestri e lacustri, abitati da pastori e ninfe, con la rappresentazione delle Quattro Stagioni, tema assai caro alle ville rurali e presente anche in Villa Pizzini a Corte Franca. Inserite in continuità con la cornice, si collocano gli ingressi e le finestre della sala, sormontate da coppie di putti in atteggiamento giocoso e paraste monocrome dipinte.
Sulla volta, l’emblema centrale, occupato dalla rappresentazione dell’Aurora mentre sale sul carro del Sole, è incastonato in una finta cornice d’avorio, con putti e festoni vegetali a grisaglia, alternati a medaglioni mistilinei su ogni lato, contenenti la rappresentazione allegorica dei quattro momenti del giorno e della notte.

