
Collocata sulla via che sale al castello, questa dimora, ancora legata ai dettami architettonici del tardo rinascimento, ma ampliata e rimaneggiata nel Seicento, si lega alle vicende della famiglia Duranti, importante famiglia palazzolese già presente nel centro sin dal XV secolo: qui fu ospitato l’illustre circolo letterario nato attorno alla figura del conte Durante Duranti (1718-1780), poeta e letterato di chiara fama, vissuto a Firenze e Bologna, membro dell’Accademia della Crusca e autore dell’elogio in onore del defunto Cardinal Angelo Maria Querini.
Vero focus di questa architettura è l’accesso principale, preceduto da una scalinata ricurva, che ingentilisce i profili severi della facciata, e coronata, sulla sommità, dal massiccio portale incorniciato da paraste incatenate e un arco a bugnato di memoria rinascimentale. Il portale, da cui si intravede il giardino, è sormontato da un elegante balcone in ferro battuto, da cui si affaccia una finestra architravata, sormontata da un timpano dal profilo spezzato per far spazio, al centro, ad un’erma. Il prospetto si sviluppa su uno zoccolo le cui superfici sono trattate a bugnato liscio e presenta una divisione in due piani, con torretta posta in asse con la balconata e l’ingresso. Al piano terreno, affiancano il portale quattro finestre, due per lato, con grata dai profili curvilinei. Divide i due piani terreno e superiore un piano ammezzato, ancora intuibile grazie alle finestrelle quadrate di minori dimensioni che si aprono sulla fronte, in corrispondenza delle aperture più grandi. Altre finestrelle rettangolari si trovano nel sottotetto decorato.
L’aspetto del palazzo sembra richiamarsi a modelli toscani, per il contrasto cromatico degli elementi decorativi sulle superfici bianche delle murature: la finestra del secondo piano e il portale d’ingresso, definiti dalla pietra grigia. Dobbiamo pensare che anche le finestre del primo e del secondo piano presentassero una cornice sulla falsa riga della finestra balconata, a giudicare dall’impronta lasciata sull’intonaco.
La pianta dell’edificio, a elle, si articola attorno ad un cortile centrale, dove le superfici continue e prive di aperture dell’esterno si aprono, lasciando spazio ad un portico arioso.
Altra nota di rilievo nella storia del palazzo è il passaggio di proprietà alla famiglia Marzoli, in virtù del quale ospitò l’importante collezione di armi appartenuta a Luigi Marzoli, poi donata, per la maggior parte dei pezzi, al Comune di Brescia e attualmente esposta al Museo Luigi Marzoli in Castello.

