La Santissima è una delle architetture più significative della Franciacorta, capace di suggestionare artisti illustri come Gian Battista Gigola e Angelo Inganni, che si fecero affascinare dall’amenità del luogo e dal connubio romantico tra paesaggio e rovina: un fascino che si respira tutt’oggi.
Posta sopra ad un colle che domina l’abitato di Gussago, la Santissima vanta una storia secolare: il luogo è citato per la prima volta nell’indulgenza emanata da Pio II l’11 gennaio 1460, poco prima di lasciare Mantova, dove il pontefice era stato impegnato nell’omonimo Concilio, indetto nel 1459 per riunire le forze cristiane contro gli Ottomani che avevano da poco occupato Costantinopoli. Nel documento, veniva emanata un’indulgenza «pro loco Trinitatis Gussagi», posto «in monte Barbisono»: il nome Santissima deriva, quindi, dalla sua titolazione alla Santissima Trinità. La chiesa nacque come civica, giuspatronato della comunità di Gussago, per poi essere affidata, come testimonia la bolla di Sisto IV del 2 maggio 1479, all’ordine dei frati predicatori di S. Domenico.
L’edificio si presenta di aspetto romanico, con un’aula a tre campate voltate a crociera, mentre la zona presbiteriale è suddivisa in tre spazi: quello centrale più ampio e voltato a botte, affiancato da due sacelli di dimensioni minori. Dal XVI secolo i domenicani avviarono una serie di interventi sulla chiesa e gli ambienti circostanti: fecero costruire il portico di fronte alla facciata e commissionarono una ricca decorazione pittorica ad uno degli artisti rinascimentali di spicco nel panorama bresciano coevo, Paolo da Caylina il Giovane. L’artista affrescò l’intero presbiterio con figure di santi domenicani, sovrastati, sulla volta, dal Padre Eterno benedicente tra gli Evangelisti e i Padri della Chiesa. Completava la decorazione la pala con la Santissima Trinità adorata dalla Madonna e da S. Giovanni, oggi conservata presso la Cappella dell’Opera Pia Richiedei.
Le ultime trasformazioni architettoniche della Santissima si devono all’iniziativa di Gian Battista Gigola, che, dopo la soppressione dell’ordine domenicano nel 1797, l’aveva acquistata come dimora di campagna: il celebre miniaturista e ritrattista affidò i lavori di restauro al noto architetto Rodolfo Vantini, che tra il 1823 e il 1830 la arricchì di elementi neogotici, come le finestre ogivali e il coronamento con merli a coda di rondine, conferendole l’aspetto, assai simile ad un castello, che oggi conosciamo.
Informazioni utili
La Santissima
Indirizzo: via Pinidolo, 25064 Gussago